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Settembre 2024
I PRINCIPI DEL LIBRO PRIMO, TITOLO I DEL CODICE DEI CONTRATTI: PROFILI APPLICATIVI, DI CONTROLLO E GIURSIDIZIONALI.
O R A R I O
Ore
08:45
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Intervallo
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Conclusioni
13:00
11:00-11:15
09:00
Accesso al corso/ registrazione
Inizio Corso
RELATORE:
Dott. Giampiero Pizziconi
Consigliere della Corte dei conti, Sezione centrale per il controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato. Componente delle Sezioni riunite in sede di controllo e già componente della Sezione regionale di controllo per il Veneto e della Sezione delle Autonomie.
COSTI:
La tariffa standard per l’iscrizione ad una giornata è di 152 euro* per il primo iscritto e 100 euro* dal secondo in poi. (Ricordo che la registrazione dei corsi viene data in omaggio a chi partecipa oltre al materiale del corso stesso).
Per chi desidera la sola registrazione dei corsi senza partecipare (con attestato di apprendimento) l’importo è 152 euro* ogni giornata e sarà fornito un link video senza scadenza ed il materiale del corso stesso.
*più IVA se dovuta (I Comuni sono esenti IVA per la formazione).
ISCRIZIONE:
Per l'iscrizione al corso scrivere a info@centrostudialtapadovana.it precisando la data del corso, i dati essenziali dei partecipanti ed i dati per la fattura elettronica (n. det., n. imp., CIG (se previsto), codice UNIVOCO, etc.).
Per maggiori informazioni scrivere a info@centrostudialtapadovana.it o chiamare il n. 348.7245749
Codice Prodotto MePA:
20240111152 / 20240111100
DESTINATARI: dipendenti e segretari comunali, dei comuni, degli enti di area vasta, delle comunità montane; revisori dei conti di enti locali; sindaci e assessori al bilancio ed al personale; responsabili dei servizi finanziari e degli uffici del personale, degli enti locali.
PROGRAMMA
D.LGS 36/2023. LIBRO I. Parte I.Titolo I. I principi generali. Considerazioni generali.
Il Principio del risultato
Il Principio della fiducia.
Il Principio dell'accesso al mercato.
I Principi di buona fede e di tutela dell'affidamento.
I Principi di solidarietà e di sussidiarietà orizzontale.
Il Principio di auto-organizzazione amministrativa
Il Principio di autonomia contrattuale.
Il Principio di conservazione dell'equilibrio contrattuale
I Principi di tassatività delle cause di esclusione e di massima partecipazione.
Il Principio di applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore.
OBIETTIVI:
Il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 non contiene una parte iniziale dedicata ai principi generali. Il ruolo dei principi nel codice dei contratti subisce, così, una compressione rilevante da parte delle norme puntuali, che finiscono per erodere ambiti di discrezionalità alle amministrazioni pubbliche, indotte a considerare tali principi come valori astratti a cui deve rispondere, in via solo tendenziale, la loro azione. Il progetto di nuovo codice ha inteso, invece, dedicare una parte generale (la Parte I del Libro I) alla codificazione dei principi che riguardano l’intera materia dei contratti pubblici. Come è noto, infatti, rispetto alle altre fonti primarie la caratteristica di un codice è la sua tendenza a costituire un “sistema” normativo (ciò vale anche per la nuova codificazione cd. “di settore”; espressione approfondita dal parere dell’Adunanza Generale del Consiglio di Stato n. 2 del 2004). Il ricorso ai principi assolve, inoltre, a una funzione di completezza dell’ordinamento giuridico e di garanzia della tutela di interessi che altrimenti non troverebbero adeguata sistemazione nelle singole disposizioni. Così, ad esempio, il principio del risultato (art. 1) è destinato ad operare sia come criterio prioritario di bilanciamento con altri principi nell’individuazione della regola del caso concreto, sia, insieme con quello della fiducia nell’azione amministrativa (art. 2), come criterio interpretativo delle singole disposizioni. I principi di solidarietà e sussidiarietà orizzontale (art. 6) perimetrano il campo di applicazione del codice consentendo, alle condizioni stabilite, l’affidamento diretto di servizi sociali agli enti del terzo settore.
È vero che, di recente, si è diffusa una certa insofferenza per l’uso inappropriato e ripetitivo dei principi generali/generici, o di formule a cui si attribuisce la qualificazione di principi generali, paventandosi il rischio che un eventuale “abuso dei principi” porti a un eccessivo potere interpretativo del giudice, che condurrebbe a un basso livello di certezza del diritto e di prevedibilità delle soluzioni giudiziali dei conflitti. Si è riportata, così, l’attenzione sulla distinzione tra principi generali e altri strumenti interpretativi con cui i principi generali condividono il ruolo di “attrezzi del mestiere” del giurista-interprete. Il progetto di nuovo codice, nella consapevolezza dei rischi che sono talvolta correlati a un uso inappropriato dei principi generali (e in particolare alla frequente commistione tra principi e regole), ha inteso affidare alla Parte I del Libro I il compito di codificare solo principi con funzione ordinante e nomofilattica.
In questa direzione, si è voluto dare un contenuto concreto e operativo a clausole generali altrimenti eccessivamente elastiche (si veda ad esempio la specificazione del concetto di buona fede, anche ai fini delle reciproche responsabilità della stazione appaltante e dell’aggiudicatario illegittimo), oppure utilizzare la norma-principio per risolvere incertezze interpretative (ad esempio, i principi che delimitano il campo di applicazione del codice, enucleando i rapporti tra appalti e contratti gratuiti da un lato e affidamenti di servizi sociali agli enti del terzo settore dall’altro) o per recepire indirizzi giurisprudenziali ormai divenuti “diritto vivente” (come ad esempio nel caso della norma sulla tassatività delle cause di esclusione e sul correlato regime delle clausole escludenti atipiche).
Più in generale, attraverso la codificazione dei principi, il nuovo progetto mira a favorire una più ampia libertà di iniziativa e di auto-responsabilità delle stazioni appaltanti, valorizzandone autonomia e discrezionalità (amministrativa e tecnica) in un settore in cui spesso la presenza di una disciplina rigida e dettagliata ha creato incertezze, ritardi, inefficienze. Ciò in quanto la legge – soprattutto un codice – non può inseguire la disciplina specifica di ogni aspetto della realtà, perché si troverà sempre in ritardo, ma deve invece fornire gli strumenti e le regole generali e astratte per regolarla.
In tali ambiti assumono rilevanza gli aspetti di interrelazione tra l’applicazione delle disposizioni codicistiche, le attività di controllo e monitoraggio dell’utilizzo delle relative risorse finanziarie pubbliche e i sottostanti profili di responsabilità amministrativa. Di tali interconnessioni si tratterà nel corso dell’esposizione proprio in relazione alla portata dei principi di cui al Titolo I, Parte I, del Libro I del Codice.
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